Campania: i magnifici quattro

August 20, 2021 by Giancarlo Spadini

La Campania è una regione di antiche tradizioni vitivinicole che in tempi recenti ha saputo dare vita a vini di altissimo livello sia dai vitigni a bacca bianca che rossa.
Quattro sono i fiori all’occhiello dell’enologia campana, ossia Greco di Tufo, Fiano di Avellino, Taurasi e Aglianico del Taburno.

Taurasi Docg

Il Taurasi è il principale vino rosso campano, Docg dal 1993: è ottenuto dal vitigno Aglianico, per almeno l’85% della sua composizione, a cui si possono aggiungere uve provenienti da altri vitigni a bacca rossa per un massimo del 15%. La zona di produzione comprende 17 comuni della provincia di Avellino che si snodano tra le ricche e splendide colline dell’Irpinia.
Il suo nome deriva dall’antico villaggio denominato Taurasia, una delle ventuno città-campagna fondate dagli irpini, celebre per i suoi terreni ricchi e indicati per la coltivazione della vite Ellenica.
Oggi, nell’area dove si sviluppò questo insediamento, sorge il comune di Taurasi, una delle zone d’elezione per la produzione dell’omonimo vino.
Il Taurasi Docg deve essere sottoposto a un periodo di invecchiamento di almeno tre anni, di cui uno in botti di legno nella versione base, mentre servono quattro anni con diciotto mesi in botte per la versione Riserva. Nelle due tipologie, il Taurasi è un vino corposo e strutturato, complesso e tannico, adatto ad un lungo invecchiamento, armonico, pieno e dai profumi tipici, rotondi e persistenti.
Inconfondibili le sue note speziate, di vaniglia e liquerizia, in perfetta armonia con eleganti sentori di frutti di bosco, marasca e amarena.

Aglianico del Taburno Docg

L’Aglianico del Taburno è un altro grande vino rosso campano, Docg a partire dal 2011. Come il Taurasi, è ricavato da uve Aglianico, per almeno l’85% della sua composizione, a cui si possono aggiungere altre uve a bacca nera, per un massimo del 15%.
La zona di produzione comprende 13 comuni della provincia di Benevento, che si sviluppano sulle pendici del massiccio montuoso del Taburno (da qui la seconda parte del nome della denominazione), un’area dove la coltivazione delle vite ha origini antichi risalenti al II secolo a.C..
L’Aglianico del Taburno Docg può essere prodotto nella tipologia rosso base, Riserva e rosato.
Il rosso base deve essere sottoposto ad un periodo di invecchiamento di almeno due anni; tre anni, di cui uno in botti di legno e sei mesi in bottiglia per la versione Riserva.
L’Aglianico del Taburno Docg, nelle versioni rosso e Riserva, è un vino rubino carico, corposo, tannico, secco e persistente con profumi di frutti rossi, tipici del vitigno Aglianico, in perfetta armonia con note speziate originate dall’invecchiamento. Fresco e delicato nella versione rosato, con i classici aromi fruttati.

Greco di Tufo Docg

Il Greco di Tufo è uno dei grandi vini bianchi della Campania, Docg dal 2003.
Si ottiene dal vitigno a bacca bianca Greco Bianco, per almeno l’85%. Può, inoltre, concorrere alla sua produzione un altro vitigno a bacca bianca tipico della regione, ovvero il vitigno Coda di Volpe, per un massimo del 15%.
La zona di produzione della denominazione comprende 8 comuni in provincia di Avellino, in Irpinia, una zona collinare notoriamente vocata per la produzione di vini di qualità.
Tra i comuni d’elezione c’è anche quello di Tufo, da cui deriva il nome della Docg, un toponimo che rimanda alla roccia vulcanica del tufo, presente diffusamente nel sottosuolo di tutta quest’area e che definisce le principali caratteristiche di questo vino.
Il Greco di Tufo Docg può essere prodotto in due versioni: fermo e spumante. Nel primo caso si caratterizza per una delicata sapidità e mineralità, capace di esaltare i suoi gradevolissimi profumi fruttati, di agrumi e mela, e gli eleganti sentori di fiori di ginestra.
Nella versione spumante presenta un perlage fine, elegante e persistente, con il classico patrimonio aromatico fruttato a cui si aggiunge un delicato sentore di lievito.

Fiano di Avellino Docg

Il Fiano di Avellino è Docg dal 2003 e rappresenta, con il Greco di Tufo, la punta di diamante dell’enologia bianca meridionale. Si ricava per almeno l’85% dal vitigno Fiano.
Alla sua produzione possono concorrere anche altre uve, per un massimo del 15%, provenienti dai vitigni Greco, Coda di Volpe o Trebbiano Toscano.
L’area di produzione si estende per 26 comuni della provincia di Avellino, a dimostrazione del legame indissolubile con il suo territorio d’origine.
Acidità, finezza, personalità e una grande capacità d’invecchiamento sono le caratteristiche distintive di questo grande vino bianco, capace anche di sprigionare un bouquet fruttato che conquista gusto e olfatto.


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